Shunk – Kender a Lugano: la mostra retrospettiva sui due fotografi aprirà le porte al pubblico dal 1 marzo fino al 14 giugno 2020 a Palazzo Reali, la sede storica del Masi Lugano. Ho visitato la mostra e sono rimasta affascinata dallo sguardo di due artisti che catturano in un’immagine lo spirito del lavoro di un altro artista, mentre l’opera d’arte prende forma. Harry Shunk e Jànos Kender sono rispettivamente un fotografo tedesco e un fotografo ungherese che si sono incontrati a Parigi sul finire degli anni 50 e che su richiesta di alcuni galleristi iniziano a fotografare esposizioni e performance, prima a Parigi e poi a New York. Molto vicini al movimento artistico del Nouveaux Réalistes (nuovi approcci percettivi al reale), non colgono soltanto il dietro le quinte della creazione di un’opera d’arte, ma nel caso delle performance con le loro fotografie rendono eterno l’istante artistico, documentando lo svolgersi dell’esecuzione.
Shunk Kender Pompidou
La mostra è stata concepita e realizzata dal Centre Pompidou di Parigi, in collaborazione con il Museo d’arte della Svizzera Italiana, ed è composta da 450 scatti di Shunk-Kender – la sigla con cui i fotografi si firmano nel periodo del loro sodalizio dal 1957 al 1973 – che fanno parte della collezione di 10.000 fotografie che sono state donate dalla Roy Lichtenstein Foundation alla Biblioteca Kandinsky di Parigi. La coppia artistica fu molto produttiva nei più di quindici anni di attività, infatti sono 200.000 circa gli scatti fatti tra mostre, vernissage, atelier di artisti e performance. Come si può vedere nella mostra Shunk-Kender a Lugano, il valore di queste fotografie è doppio, una sorta di meta-arte: da una parte documentano un’opera d’arte, ma dall’altra sono opere d’arte esse stesse.
Intimità, corpo in azione, nuovi spazi
La mostra Shunk – Kender a Lugano è suddivisa in tre sezioni: intimità, il corpo in azione e nuovi spazi. Quella che ho preferito è indubbiamente la prima, dedicata alle immagini che ritraggono gli artisti al lavoro, in atelier o all’aperto, o nell’intimità delle loro case. Gli scatti catturano il processo di nascita dell’arte, ma anche l’umanità dell’artista, che non viene celebrato, ma restituito attraverso l’obiettivo nella sua autenticità. Le altre due sezione, tra sperimentazione e performance, raccolgono gli scatti dedicati alle provocazioni della cultura underground, all’esplorazione di nuove forme d’arte da parte dei movimenti artistici protagonisti degli anni della contestazione. Non può mancare tra i nuovi spazi la Factory di Andy Wharol, la cui autobiografia è completamente illustrata da Shunk e Kender.
Qualche informazione per chi vuole visitare la mostra: il Masi è aperto da martedì a domenica dalle 13.00 alle 17.00, questa mostra è allestita nella sede storica di Palazzo Reali in via Canova 10 a Lugano, dove è esposta anche la collezione permanente del museo.