Blogger, giornalista freelance, moglie e mamma. Amo il mood bon ton, da ricamare con altri stili, skincare addicted, appassionata di danza, rileggo spesso Jane Austen, adoro le peonie e mi piace raccogliere indirizzi di posti speciali.
Capita che alcuni progetti, creati per scappare da un pantano di costrizioni e dare libero sfogo alla creatività, tornino a finire nel buco nero dei calcoli, un po’ per abitudine e automatismo. Quando ho aperto questo blog mi sentivo soffocare dagli spider di Google. Scrivevo per giornali online e ormai mentre battevo sulla tastiera non vedevo più significati, ma parole chiave da piazzare al posto giusto e forzature dedite alla causa dell’indicizzazione. Queste sono le regole e se non ti va bene sei fuori, ovvero nessuno ti trova e nessuno ti legge.
Quando ormai sette anni fa ho aperto il mio primo blog, GlindirizzidiB, ero molto motivata a mettere in pratica tutto quello che avevo imparato sulla scrittura Seo, ovvero quell’insieme di regole che ti permette di creare contenuti che Google indicizza bene: significa essere tra i primi risultati quando l’utente cerca un’informazione sul web. Così sia il mio lavoro che la mia valvola di sfogo (il blog) marciavano compatti per finire dentro la ragnatela di contenuti dei motori di ricerca. Che è la cosa più giusta da fare in realtà. Perché scrivere se nessuno ti legge perché non ti trova?
Quindi eccomi qua nel pantano. Perché un articolo con tutti i sacri crismi dalla Seo mica si scrive nei ritagli di tempo, buttando giù quello che ti viene in mente sotto la doccia o prima di andare a dormire (momenti di creatività top per me), ma richiede tempo. Un tempo che non ho a disposizione per il mio blog, che rimane quindi solo e un po’ spoglio. Quando lo avevo aperto volevo poter scrivere in modo assolutamente libero e creativo, svincolato dalle regole, ma poi strada facendo mi sono resa conto di quanto io facessi fatica a chiudere nel cassetto della scrivania tutto il bagaglio di competenze sulla scrittura online, a scrivere per il puro piacere di farlo.
Diversi anni fa, mentre stavo facendo un lavoro che non mi piaceva per niente, mi ero messa a scrivere dei pezzi che non sono mai stati pubblicati da nessuna parte, perché avevo un disperato bisogno di fare qualcosa di bello e stimolante. Una decina di articoli che parlavano della mia vita a Milano, quando vivevo in un appartamento in periferia insieme ad altre tre amiche. Rileggendoli mi sono resa conto che sono tra i pezzi più belli che io abbia mai scritto. Forse fare le cose per il pure piacere di farle porta a qualcosa di buono …
Beauty routine viso: gesti semplici da ripetere al mattino appena sveglie e alla sera prima di dormire, ma per niente scontati. Io in passato ho fatto diversi errori, come usare la crema sbagliata per il mio tipo di pelle o non utilizzare siero e contorno occhi (parola d’ordine prevenzione, quando i danni sono fatti è difficile tornare indietro). Di recente un’amica mi ha chiesto di consigliarle una crema che funzionasse davvero. Subito mi sono venuti in mente tanti brand che ho provato e con cui mi sono trovata bene, ma poi mi sono bloccata un’attimo a pensare: quello che ha funzionato per me non è detto che vada bene anche per lei…così le ho chiesto di dirmi qual è il suo tipo di pelle e sulla base degli step quotidiani per tutti i tipi di pelle le ho dato qualche consiglio, che ovviamente non esclude il consulto con professionisti del settore.
Detergente viso: mousse e crema per la pelle delicata
Il primo step della beauty routine viso è la pulizia quotidiana. Io mattina e sera utilizzo un detergente in mousse, in questo momento La Roche-Posay mousse d’eau micellaire nettoyante, inoltre mi sono trovata molto bene anche con la mousse all’acqua micellare con petali di rose della Nuxe. Perché è meglio utilizzare una mousse rispetto a un detergente in gel? Sulla mia pelle (che è mista) mi sono accorta che il gel tende a seccare la pelle, ogni volta che l’ho utilizzato mi sembrava quasi di dover bere dopo aver lavato il viso (non sto scherzando!). Un’altra formulazione molto delicata sulla pelle è quella del detergente in crema. Uno a mio parere valido è quello di Yves Rocher, nella linea pelli sensibili: l’unico neo è che viene meno l’effetto freschezza che si ha lavando la faccia al mattino, infatti si massaggia sempre con acqua ma è talmente delicato che sembra di aver applicato una crema.
Tonico viso: acqua alle rose
La prima volta l’ho provato perché mi era stato inviato a casa con del materiale stampa e non l’ho più abbandonato. Il tonico viso di Acqua alle Rose per me è tra i migliori prodotti della sua categoria. Rinfrescante e lenitivo, è adatto a tutti i tipi di pelle. In questo momento ne sto utilizzando un altro per maggiore facilità d’acquisto e mi manca molto. Perché è importante mettere il tonico dopo la detersione? Sarà forse per l’abitudine, ma se per caso applico la crema senza aver messo prima il tonico ho l’impressione che non venga assorbita al meglio dalla pelle, oltre a venire meno la gradevolezza del rito complessivo della beauty routine viso, con i diversi profumi e consistenze dei prodotti applicati.
Crema contorno occhi: non aspettare troppo
Io ho incominciato ad usare il contorno occhi mentre aspettavo il mio primo figlio, a 32 anni. Questo prodotto è entrato nella mia beauty routine viso decisamente tardi. A volte viene da correre ai ripari quando spuntano le prime zampette di gallina, ma è invece prima della loro comparsa che si gioca la partita. Il migliore che ho provato finora è Advanced Night Repair eye supercharged complex di Estée Lauder: ha una consistenza setosa, idratante e rinfrescante. Se le zampe di gallina per ora mi hanno risparmiato, non è lo stesso per le occhiaie, che anzi hanno fatto la loro comparsa ben prima che due pargoli mi tenessero sveglia la notte. Non ho trovato nessuna crema miracolosa, ma solo un buon correttore. Ve ne ho parlato nel post dedicato al trucco da casa.
Siero viso: lo step più importante
Con il tempo e informandomi un po’ ho capito che il siero viso è ben più importante della crema nella beauty routine viso. Nel siero infatti c’è una maggiore concentrazione dei principi attivi e quindi gli effetti sulla pelle sono maggiori. Utilizzare siero e crema della stessa linea è un vero proprio booster di quel principio attivo. I sieri Nuxe sono tra quelli che mi hanno dato maggiori risultati. Ad esempio il siero della linea Splendieuse ha effettivamente attenuato alcune macchie che mi erano rimaste sul viso dopo l’estate. Il siero che ha regalato un aspetto migliore alla mia pelle è il Revitalizing Hydrating Serum de La Mer: mentre lo usavo era come se la pelle respirasse di più. Più che un antirughe, è un concentrato di energia e idratazione.
Crema viso: un momento di benessere e relax
Dopo tutti questi passaggi, arriviamo a quello che viene considerato il momento clou della beauty routine viso: la crema. Da applicare dopo il siero, la crema viso deve essere soprattutto idratante. Già altre volte vi ho raccontato di come, sbagliando, per evitare imperfezioni e punti neri ho utilizzato creme poco delicate e per pelli grasse. Nel mio caso niente di più sbagliato. Ora uso solo creme lenitive e idratanti. Se siete in dubbio sul vostro tipo di pelle, basta farsi consigliare da uno specialista. Il mio consiglio è di non aggredire mai la pelle del viso, ma trattarla con molta cura perché è l’unica che abbiamo! Confesso in gioventù di aver ceduto anch’io alle lampade per cercare di asciugare l’acne: niente di più sbagliato! Non ho risolto nulla e ho fatto del male alla mia pelle. “La natura ti ha dato la faccia che hai a vent’anni. E’ compito tuo meritarti quella che hai a cinquant’anni” diceva Coco Chanel. Per me l’applicazione della crema è un vero momento di benessere e relax, tra le mie preferite c’è la Creme Fraiche Nuxe e Uriage Eau Thermale. Entrambe hanno un ottimo profumo, non sono comedogene e sono lenitive e idratanti.
Maschera viso: coccola e trattamento
Dicono di farle una volta alla settimana, ma quando nella mia beauty routine viso avevo tempo di fare una maschera tutti i giorni la mia pelle era veramente al suo massimo. Dopo una giornata faticosa, la maschera viso è un piccolo premio, una coccola da concedersi quando si tira finalmente il fiato, oltre a un trattamento intensivo specifico. Io le faccio anche prima del make up nelle giornate importanti, per creare una base trucco ancora più performante. Dopo il boom della corean skincare se ne trovano in commercio di tutti i tipi: esfoliante, antirghe, idratante, illuminante, per la pelle stanca e molto altro. La mia preferita del momento è una maschera in tessuto molto economica in relazione ai risultati: Hydra Bomb di Garnier al melograno con acido ialuronico. Super idratante, la pelle migliora al tatto ed è un’ottima base trucco.
Spero che questo post vi sia stato utile, se avete qualche curiosità o scoperta skincare che volete condividere vi aspetto nei commenti!
Miss Subways è un concorso di bellezza a cui partecipavano tutte le ragazze newyorchesi che negli anni 40 desideravano vedere il loro sorriso sfrecciare sui vagoni della metropolitana. Non dovevano pubblicizzare nessun prodotto, ma soltanto la bellezza in sé. Si trattava di un escamotage dei pubblicitari per far alzare la testa ai viaggiatori e così notare anche le pubblicità presenti sui treni. Ho scoperto questo delizioso concorso di bellezza leggendo il romanzo “Le ragazze di New York” di Susie Orman Schnall (Feltrinelli), dove una delle protagoniste partecipa a Miss Subways per diventare indipendente e inseguire i suoi sogni. Questa è l’occasione di parlare ancora di libri e moda, infatti la moda anni 40 è il preludio di quelli che penso siano stati gli anni più felici per la creatività nel settore: gli anni 50, 60 e 70. Praticità e frugalità, insieme ai pantaloni e alle giacche, entrano negli armadi delle signore a cavallo tra la seconda guerra mondiale e l’immediato dopo guerra.
Dopo aver visto insieme il trucco da casa, passiamo ai vestiti da casa. Vale lo stesso discorso fatto per il make up: dopo un po’ che lavoravo da casa all’inizio della mia carriera da freelance ho notato uno scollamento tra gli abiti che mi piacevano e quelli che indossavo tutti i giorni. Mia nonna quand’ero piccola mi diceva sempre di tenere i vestiti migliori per uscire e di stare in casa con le altre cose. Nell’era dello smartworking buona parte del mio guardaroba se ne stava chiuso nell’armadio, per mettere le solite quattro cose, a volte male abbinate, per non rovinare gli abiti da mettere fuori casa. Vi assicuro che alla lunga l’umore ne risente e piano piano avevo anche iniziato a comprare meno vestiti che mi piacevano, sull’onda del motto “tanto quando lo metto?”.
Nella mia vita da freelance c’è stato un momento in cui mi sono resa conto che dovevo vestirmi e applicare il trucco da casa per me stessa e non per gli altri. Dopo un po’ che passi dal tavolo della cucina a quello della sala, con pc e smartphone al seguito, e non ti metti in ghingheri l’umore ne risente e le favolose palette make up restano intonse: essere comunque in ordine con vestiti e trucco aiuta l’umore e ci fa sentire più vicina la normalità. Da quando ho iniziato a lavorare da casa, soprattutto all’inizio, mi vestivo con “abiti da casa” per la mia quotidianità e non mi truccavo mai, riservando i “vestiti belli” e il make up ai giorni in cui avevo appuntamenti di lavoro, press day, riunioni ecc…Ora cerco di non farlo più e ho notato che prepararmi mi aiuta molto ad affrontare al meglio la giornata. Oggi ci concentriamo sul make up: ecco il mio trucco da casa per tutti i giorni.
Libri e moda: due delle mie più grandi passioni che si incontrano. Per tenerci un po’ di compagnia in questo periodo, dove rimanere in casa è una necessità e dove la lettura è un’ottima via di fuga verso nuovi luoghi e nuove storie, ho pensato di fare qualche post sugli ultimi libri che ho letto in cui la moda è protagonista tra le righe. Non manuali di storia della moda, ma narrativa che ospita tra le sue pagine anche abiti e accessori. Dobbiamo dare a Cesare quel che è di Cesare: fu il mensile italiano Velvet, che purtroppo ha chiuso, a inaugurare una rubrica che riportava citazioni di libri in cui la moda veniva per un momento messa in risalto dalla narrazione. Per me le citazioni possono essere anche lo spunto per una riflessione più ampia, sul mondo di significati della moda. Partiamo con Madeleine St. John e il suo romanzo d’esordio “Le signore in nero”, pubblicato in italiano da Garzanti.
Nel guardaroba bontoneasychic orecchini è la nuova parola d’ordine. Orecchini a cerchio, orecchini a lobo, orecchini lunghi, orecchini di perle: il menù degli accessori per incorniciare lo sguardo è molto ampio, permette in un attimo di ravvivare il look e di giocare ogni giorno con stili molto diversi. Quando c’è poco tempo per prepararsi e magari si è in ritardo, mettere insieme un buon abbinamento vestiti/make up/accessori non è per niente facile (situazione ipotetica, a me non succede mai di essere in ritardo : P). Se sono di fretta e non voglio rinunciare a un accessorio che sia incisivo sul look punto sugli orecchini: non troppo grandi, ma nemmeno minimal, con colore e stile definiscono il gusto dell’outfit.
Shunk – Kender a Lugano: la mostra retrospettiva sui due fotografi aprirà le porte al pubblico dal 1 marzo fino al 14 giugno 2020 a Palazzo Reali, la sede storica del Masi Lugano. Ho visitato la mostra e sono rimasta affascinata dallo sguardo di due artisti che catturano in un’immagine lo spirito del lavoro di un altro artista, mentre l’opera d’arte prende forma. Harry Shunk e Jànos Kender sono rispettivamente un fotografo tedesco e un fotografo ungherese che si sono incontrati a Parigi sul finire degli anni 50 e che su richiesta di alcuni galleristi iniziano a fotografare esposizioni e performance, prima a Parigi e poi a New York. Molto vicini al movimento artistico del Nouveaux Réalistes (nuovi approcci percettivi al reale), non colgono soltanto il dietro le quinte della creazione di un’opera d’arte, ma nel caso delle performance con le loro fotografie rendono eterno l’istante artistico, documentando lo svolgersi dell’esecuzione.
Un guardaroba bontoneasychic. Cambiamenti fisici, nuovi gusti, ma soprattutto l’esperienza e la lezione imparata dagli errori fashion del passato mi stanno aiutando a focalizzare sempre meglio cosa mi sta bene e quali sono gli abiti giusti per le mie esigenze di vita. Tutte abbiamo acquistato un vestito stupendo che non si adattava alla nostra vita e che quindi fa bella mostra di sé sulla gruccia senza oltrepassare la porta dell’armadio. Siamo persone uniche e irripetibili, allo stesso modo è unico e irripetibile il nostro stile, anche seguendo la moda c’è sempre un dettaglio che svela qualcosa di sé. Ho pensato quindi di raccontarvi alcune cose che ho imparato in questo percorso di amore per vestiti e accessori, sperando che possano essere utili anche per voi. Per iniziare ecco un tips di cui ho fatto tesoro: quando trovo qualcosa che mi sta bene, sopratutto se si tratta di un capo basico e versatile che non ha un costo eccessivo, compro due/tre colori dello stesso modello. Paura di annoiarvi? Anch’io pensavo così e me ne sono pentita.
Che lo shampoo purificante sia il migliore? Per quanto mi riguarda, in questo periodo della mia vita, la risposta è sì e per farmi perdonare dallo shampoo che ho più volte tradito, nonostante la comprovata efficacia, scrivo questo post di mea culpa, in un simpatico viaggio nella mia inquietudine tricologica. In principio era l’impossibilità di trovare uno shampoo adatto ai miei capelli. Non vi è mai capitato di farvi sedurre da un packaging meraviglioso, con pubblicità allettante e un copy fatto davvero bene (ovvero la descrizione del prodotto sulla confezione)? Io ho un debole per il packaging dei prodotti per capelli (dei prodotti beauty in generale ammettiamolo) e quindi ne ho provati diversi.
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