Miss Subways è un concorso di bellezza a cui partecipavano tutte le ragazze newyorchesi che negli anni 40 desideravano vedere il loro sorriso sfrecciare sui vagoni della metropolitana. Non dovevano pubblicizzare nessun prodotto, ma soltanto la bellezza in sé. Si trattava di un escamotage dei pubblicitari per far alzare la testa ai viaggiatori e così notare anche le pubblicità presenti sui treni. Ho scoperto questo delizioso concorso di bellezza leggendo il romanzo “Le ragazze di New York” di Susie Orman Schnall (Feltrinelli), dove una delle protagoniste partecipa a Miss Subways per diventare indipendente e inseguire i suoi sogni. Questa è l’occasione di parlare ancora di libri e moda, infatti la moda anni 40 è il preludio di quelli che penso siano stati gli anni più felici per la creatività nel settore: gli anni 50, 60 e 70. Praticità e frugalità, insieme ai pantaloni e alle giacche, entrano negli armadi delle signore a cavallo tra la seconda guerra mondiale e l’immediato dopo guerra.
Freschezza e sogni, la ricetta Miss Subways
Anche se la moda non è al centro della narrazione – avvincente e incentrata sulla crescita personale di Charlotte e Olivia (che lavora in un’agenzia di pubblicità e riscopre Miss Subways) che si trovano ad affrontare gli stessi problemi a New York a 70 anni di distanza – è interessante vedere come l’autrice usi i “costumi di scena” per far mascherare o smascherare i personaggi. La bella Rose che si presenta alla selezione di Miss Subways con il vestito perfetto, dopo cento pagine è completamente irriconoscibile, vestita di rabbia e vergogna.
“Tornò alla realtà quando vide arrivare ancheggiando una splendida ragazza mora avvolta in un abito verde smeraldo stretto in vita e con un’acconciatura all’ultima moda. Charlotte si raddrizzò contro lo schienale, pensando che si trattasse di una dipendente dell’agenzia venuta a dare istruzioni. Invece la mora si sedette di fronte a lei, si sfilò i guanti, aprì la borsetta e ne estrasse rossetto e portacipria. Charlotte non riusciva a smettere di fissarla. La donna (non si poteva definirla ragazza, in confronto alle altre riunite nella sala d’attesa) doveva aver percepito il suo sguardo, perché la osservò a sua volta. Charlotte si affrettò a voltarsi verso Bella, simulando interesse per le sue interminabili chiacchiere”.
Il gesto di ritoccarsi il rossetto con il portacipria è iconico e retrò, femminile e consapevole, intimo ma discreto. Mi piace moltissimo. Ora ci ritocchiamo il rossetto sulla metropolitana, usando la fotocamera del cellulare e dimenticandoci di tutto ciò che ci circonda. Le ragazze Miss Subways sono carine e brillanti, hanno interessi e sogni, tamponati dal realismo della praticità del dopoguerra, ma vividi per la speranza della rinascita. La stessa che le veste ancora con linee pulite, impreziosite da un filo di perle.
Nel testo viene trattato anche il delicato tema dell’equilibrio tra vita lavorativa e privata, di cui l’autrice è molto appassionata. Un argomento più attuale che mai. Il sorriso di Miss Subways saprà darci qualche buon consiglio? Buona lettura!